Ho comprato questo libro d'istinto, al supermercato. E come il 99% delle volte il mio istinto ha scelto bene.
Sì, lo ammetto, è chik-lit: chicken literature, non sarà un genere particolarmente elevato di letteratura, ma se una storia è buona e ben scritta, secondo me non importa come viene etichettata.
La quarta di copertina, che non ho letto prima di comprare il libro e neanche prima di iniziarlo, recita così: "Dopo l'improvvisa scomparsa dei genitori, Ginny, giovane ventiseienne dal carattere timido e riservato, cerca consolazione nella cucina di casa e fra le ricette di famiglia. Cucinare per lei rappresenta uan fuga dai cattivi pensieri, ma un giorno il profumo corposo e piccante della zuppa della nonna fa apparire in cucina un ospite inatteso: il fantasma della nonna stessa, morta vent'anni prima, che le sussurra una frase sibillina: "non permetterglielo!" prima di scomparire. Che cosa non deve permettere? E a chi? Forse alla sorella Amanda che ha deciso di vendere la casa di famiglia? Desiderosa di capire, anche alla luce di piccoli segreti trovati in angoli dimenticati della casa - una lettera della madre, fotografie del padre assieme ad una donna misteriosa - Ginny si mette alla ricerca della verità, interrogando i suoi cari attraverso le ricette da loro ereditate..."
La chick-lit (per quanto il termine venga spesso usato in senso dispregiativo) racconta storie di donne che dopo un evento che scombussola la loro vita (la fine di un rapporto, la morte dei genitori come in questo caso) trovano nelle proprie capacità la forza ed il modo non solo di andare avanti, ma di riscattarsi e anzi migliorare la propria condizione psicologica, sociale ed anche economica.
Si potrà accusare la chick-lit di buonismo, ma secondo me, un po' di ottimismo non guasta e in fondo, se si chiama letteratura d'evasione, un motivo ci sarà, no?
Jael McHenry
La Cucina degli ingredienti magici
ed. Tea
isbn: 978-88-502-3042-6
lunedì, giugno 03, 2013
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