I Guadiani di Atlantide

venerdì, febbraio 25, 2011

Crostata di crema al limone

Ieri per cercare una ricetta salata (totani al limone, che non ho trovato) ho sfogliato un po' di riviste di cucina e ho trovato la ricetta per la torta di questa settimana. In realtà ne ho trovate due, una l'ho fatta per questo fine settimana, l'altra la userò settimana prossima.
Ho fatto la Crostata di crema al limone
versione seria ;)
- pasta frolla
- 350 gr di crema
- un limone

Fai la pasta frolla (siccome non mi ricordo a memoria come si faccia la trovate anche qui).
Mentre la pasta frolla riposta fai la crema (idem qui).
Alla crema aggiungi il succo del limone e la buccia grattuggiata di mezzo limone, e mescoli finchè il succo non è ben amalgamato.
Stendi la pasta nella tortiera e versaci la crema. In forno caldo a 180° per 40 minuti.
versione pigra ;)
- un rotolo di pasta frolla già pronta
- una confezione di crema già pronta
- un limone

Versi 350gr di crema in una ciotola, aggiungi il succo del limone e la buccia grattuggiata di mezzo limone. Mescoli bene finchè il succo del limone è ben amalgamato. Stendi la pasta frolla nella tortiera, e versi la crema. In forno caldo a 180° per 40 minuti.

La prossima volta voglio però provare a cuocere la pasta per 10 minuti, con sopra ceci/fagioli/riso/qualcosa in una tortiera in silicone che ha una forma particolare e poi metterci la crema e finire la cottura con gli altri 30 minuti. Mi sa che viene più scenografica

lunedì, febbraio 21, 2011

Finta Sacher e Caprese

Essendo spesso ospite a dormire da Koi ho pensato che sarebbe carino portare qualcosa ogni volta e approfittando di S. Valentino ho copiato la sister, che ha preso non solo mio cognato, ma tutta la sua famiglia, per la gola e ho deciso di portare delle torte fatte da me. Prendendo il treno abbastanza presto, il sabato mattina non ce la faccio a fare la torta, così la faccio il venerdì sera.

Il venerdì prima di S. Valentino ho fatto una finta Sacher: due torte al cioccolato (tipo torta Margherita) con in mezzo uno strato di marmellata di Lamponi e sopra la glassa al cioccolato.
Barando un po' si può anche fare con due preprati per torte (di quelli che apri e inforni) e due buste di glassa al cacao già pronta (che la devi solo scaldare a bagnomaria o in microonde).
Ne fai una, intanto cuoce impasti la seconda e la cuoci mentre la prima si raffredda un po'; fai raffreddare anche la seconda. Metti su un piatto la prima torta e ci metti sopra uno strato abbondande di marmellata (io ho usato quella di lamponi che è un po' asprigna e compensa il dolce della torta) e sopra la seconda torta. Copri il tutto con la glassa anche sul bordo.
Una volta tagliata ed impiattata Koi ci ha messo di fianco una buona dose di panna montata.


Questo venerdì pensavo di fare lo strudel di pere e marron glacè, ma Koi mi ha detto di avere voglia di una torta tipo la Gata (torta tipica vicentina) fatta con mandorle e cioccolato. Così ho fatto la Caprese: un torta di origine napoletana, fatta con mandorle, cioccolato fondente (come da desideri di Koi) burro e uova (niente farina).
L'ho assagiata la prima volta al compleanno del Pesce lo scorso anno, fatta da Giuseppe, e mi è piaciuta tanto che l'ho tampinato via mail per giorni per averne la ricetta, che si trova anche con una googlata minima. Quest'anno invece la fatta il Pesce stessa, ed era sempre buonissima.
Amalgami 100gr di burro con i tuorli (7) aggiunti uno alla volta e lo zucchero (3 etti) aggiunto un po' alla volta. Aggiungi 3 etti di mandorle sminuzzate e altrettanto cioccolato fondente fuso con un pochino di latte per evitare che si bruci. Gli albumi vanno montati a neve fermissima e poi aggiunti al composto con 2 cucchiaini di lievito. In forno a 180° per 40 minuti. Al momento di servire una bella spolverata di zucchero a velo.
Anche affianco a questa Koi ha messo la panna montata.

giovedì, febbraio 10, 2011

Nel mio armadio

Sul Corriere, un bel po' di tempo fa c'era quest'articolo, ossia la lista delle 30 cose che non dovrebbero mancare nel guardaroba di ogni donna.

1- Clutch-bag (borsetta microscopica)
Yes, e l'adoro perchè fa tanto Hachiko, anche se di solito me ne vado in giro con una borsa ben più grande.
2- Un portagioielli (economico o extralusso)
Yes, uno di pelle rossa della nonna ed uno di legno con carrillon regalatomi da mamma e papà.
3- Guanti di pelle
Yes, anche questi della nonna.
4- Una cintura alta e rigida
Assolutamente no, ho una sola cintura, ma è bassa e morbidissima e coloratissima.
5- Un paio di pantaloni fatti su misura
No, pantaloni ne ho tanti, ma fatti su misura, no.
6- Mascara volumizzante
Ne ho comprato uno per un cosplay, ma non l'ho mai usato.
7- Camicia di seta
Yes, nera, of course.
8- Una spilla vintage
Yes, trovata nel portagioie della nonna.
9- Un paio di pantofole di seta
No, di seta no, le ho di feltro.
10- Un ombrello
Yes, me ne hanno regalato uno nero con la mappa del cielo fluorescente, ed un'altro della H2O azzurro col gatto nero.
11- Un basco (il cappello del momento)
Yes, cappelli ne ho una cifra! Un basco, un cappellino stile anni '20, e altri.
12- Il classico tubino nero
Sì e no, ho due tubini uno grigio ed uno rosa.
13- Un anello largo e colorato in pietre preziose (o bigiotteria)
Yes, ne ho uno di vetro azzurro, ma non lo metto mai per paura di romperlo
14- Un bolero in paillettes
Ho un gilet in paillettes, conta lo stesso?
15- Un anello di diamanti (che sia obbligatoriamente “free from conflict”, ovvero non arrivi da paesi dove si combatte)
Magari....
16- Una maglia di puro caschemere
Due maglioni (uno nero ed uno beige) possono andare?
17- Intimo contenitivo
No.
18- Un reggiseno senza cuciture
Assolutamente no! Che fastidio, non tengono niente.
19- Stivali neri piatti stivali neri
Yes, un paio neri, più un paio neri col tacco da 4 ed un paio azzurri col tacco 8.
20- Un paio di semplici scarpe da ginnastica
Yes, anche più di un paio.
21- Una collana importante (anche finta, basta che faccia scena)
Credo di sì.
22- Almeno due paia di jeans: scuro e stretto per la sera e uno più comodo per il week-end
Paia di Jeans ne ho più di uno, ma non so se ricadono in queste due categorie.
23- Mollettine per capelli
Hai voglia! Di aggeggi per capelli ne ho un sacco: elastici, mollette e mollettine, ciappi e ciappini, cerchietti, bacchette, fermacapelli.....
24- Smalto rosso lacca per unghie
Smalti sì, rosso no li ho: bianchi, verdi (comprato per fare l'elsa di Narsil e le spille elfiche), trasparenti.
25- Il classico blazer che va su tutto
Yes, di cachemire, morbidissimo!
26- Un cappotto di sartoria
Yes, grigio.
27- Un costume da bagno che vada bene per la piscina della palestra e in vacanza
Penso di sì.
28- Un phon di qualità
Yes, regalo di compleanno di quest'anno di due mie amiche.
29- Intimo e completo notte in seta
Ho una camicia da notte di seta, l'intimo no.
30- Una semplice maglietta bianca
Yes, a maniche corte, la uso in palestra quando quelle nere sono tutte a lavare.

Berlino 2010 - 2a puntata

Sabato 4 dicembre - il primo giorno
(con un paio di mesi di ritardo)
Sorvoliamo sullo stress post-traumatico da sveglia che suona nel bel mezzo dei tuoi sogni, e apriamo le tende e ci si presenta questo spettacolo: lastre di ghiaccio che navigano nella Sprea, e sullo sfondo l'Oberbaumbrucke. Ora è percorso dalla metropolitana di superficie (la maggiorparte delle volte sopraelevata), auto, bus, tram, motorini, bici e pedoni; dal '61 all'89 era solo percorribile a piedi in quanto uno dei passaggi tra Berlino Est e Berlino Ovest.
Decidiamo, per il primo giorno, di girare la zona che va dalla Porta di Brandeburgo ad Alexanderplatz, e uscendo scopriamo che di giorno il nostro ostello ha questo aspetto: una carinissima barca - o è una nave? - bianca e azzurra ormeggiata nella Sprea, alle due del mattino non ce n'eravamo accorti. Sapevamo che fosse una barca, ma, per lo meno io avevo troppo sonno per vederla davvero!

Prendiamo la S5 (0 la S7 o la S75 che per un pezzo fanno lo stesso percorso e quindi per noi andavano bene tutte e tre) fino ad Alexanderplatz e poi la U2 fino a Potsdamer Platz, e risaliamo in superficie. Se me l'avessero raccontato prima non avrei mai creduto quanti ristorantini/bar/fast-food ci siano alle fermate della metropolitana (che sia sopraelevata che sotterranea) berlinese: Dunkin Donuts, McDonald, mille caffetterie diverse, ristorantini etnici, chioschi di wurstel, bretzel, currywurst e sui treni e per strada tantissime persone che stringevano tra le mani un bicchiere di caffè d'asporto; ovviamente non l'espresso italiano, ma il caffè lungo, lunghissimo, all'americana (che a me piace anche di più). E altrettante persone, forse di più, con una bottiglia di birra; anche alle dieci del mattino.

In Potsdamer Platz si trovano alcuni resti del Muro, davanti ai quali un ragazzo in uniforme dell'armata rossa spiega, in tutte le lingue, italiano compreso, come potete farvi timbrare un finto passaporto, e racconta un po' di cose sul Muro. Ai pezzi di cemento riempiti di grafiti sono intercalati dei pannelli in cui è spiegata per bene, in tedesco ed in inglese, la storia del Muro, sarebbe stato interessantissimo fermarsi a leggere tutto, ma lo farò quando tornerò a Berlino in primavera. Non c'era il freddo polare che ci avevano prospettato tv e giornali, ma non faceva neanche abbastanza tiepido da stare fermi, coi piedi nella neve, a leggere per più di mezz'ora!
Ci avviamo lungo la strada che va verso la Porta di Brandeburgo, seguendo più o meno il percorso che faceva il Muro e davanti a noi si para una visione: un negozio della Haagen Dazs! E affianco Starbucks, il mio primo caffè da Starbucks! Delizioso, ma molto molto molto più bollente di quanto mi aspettassi! Nei giorni seguenti ci siamo infilati più volte da Starbucks per mettere qualcosa di caldo nello stomaco.
E così sono entrata anch'io tra le fila di coloro che vorrebbero Starbucks in Italia, o che non vedono l'ora di tornare all'estero per andare da Starbucks... ok quest'ultima è un'esagerazione, ma se andando all'estero si capitasse davanti a Starbucks, chi non entrerebbe?

Per quanto sia stato una delizia, questo mio primo "caffè" da Starbucks ci ha un po' sballati con gli orari dei pasti per il resto della giornata, erano le 11, e nonostante si sia camminato ininterrottamente alle 14 abbiamo dovuto costringereci ad andare a mangiare per non trovarci poi a cenare a mezzanotte.
Andando verso la Porta di Brandeburgo incontriamo il Memoriale della Shoah: in uno spiazzo non piano di 19.000 metriquadrati, ci sono questi 2711 blocchi di cemento (credo) altri da 20cm a più di 4 metri disposti a distanza regolare l'uno dall'altro, ma non in ordine crescente o descrescente di altezza, per il criterio dell'altezza credo siano messi a caso, o comunque quella è l'impressione che danno. Se si entra nello spiazzo e ci si inoltra tra i blocchi più alti, si perde completamente la visuale di quello che non sia il proprio sentiero e man mano di quelli che l'incrociano.
I bambini ci giocano a nascondino, o come in questo caso, fanno a palle di neve. Non penso sia irrispettoso, ma in un certo qual modo quasi celebrativo: cosa c'è di più bello al mondo delle risate dei bambini? e credo che ricordare i morti in un posto o in un modo che dia gioia sia il modo migliore di ricordarli.

Pariser Platz con la neve, l'albero di Natale e la Menorah, è magnifica, e l'Unter den Linden con i tigli, per quanto giovani, sotto la neve è una delle vie commerciali più belle che abbia mai visto. L'Unter Den Linden, nell'800 era la "passeggiata bene" di Berlino, sotto il regime comunista era la sede delle parate militari, e per questo scopo tutti i tigli sono stati tagliati. Negli anni '90 del XX° secolo sono stati piantati dei nuovi tigli e i piani terreni dei palazzi si sono riempiti di negozi di souvenirs (ce n'è uno ogni 50 metri, su un marciapiede e sull'altro), di beni di lusso (concessionarie di Porche, Bentley, Rolls), e ristoranti.
L'Unter Den Linden finisce alla Museum Insel, un'isola nella Sprea su cui sono raccolti i maggiori musei berlinesi (il museo di storia tedesca, l'Altes Museum, il Pergamon Museum...) e nella piazza tra i due ponti sulla Sprea sorge il Duomo di Belino: chiesone barocco, nel quale non siamo entrati...
Mangiamo da MAREDO, di cui avevo letto meravigli su un forum, la carne è effettivamente fantastica, ma noi eravamo ancora sazi del "caffè" per godercelo davvero!

Nel pomeriggio giriamo nelle vie attorno all'Unter den Linden alla ricerca della piazza del Teatro dell'Opera, sulla quale si affacciano due chiese gemelle: il Duomo dei Francesi ed il Duomo dei Tedeschi. Il Duomo dei Francesi era la chiesa degli Ugonotti emigrati in Germania dopo la Strage deglil Ugonotti compiuta in Francia nella Notte di San Bartolomeo, ora è un museo che ne racconta la storia; è un museo di molti documenti, libri, qualche quadro e didascalie solo in tedesco.... Nella piazza tra le due chiese un mercatino di Natale, ma deve essere particolare perchè per entrarvi bisogna pagare un biglietto, e l'ingresso è controllato da figuranti in uniforme settecentesca. Ci colpisce una bellissima cascata di ghiaccio sul lato esterno di questo mercatino e guardandola bene vediamo che all'interno della cascataè imprigionata una palla di Natale di una quindicina di centimetri di diametro!

Anche attorno alla Marienkirke c'è un mercatino, questa volta ad ingresso gratuito e ci facciamo un giro; c'è da uscirne ubriachi solo per aver respirato l'aria profumata dal mille e mille venditori di vin brulè! E non sono i soli che vediamo nell'arco della giornata: ai fianchi dell'Unter Den Linden , sotto la Torre televisiva ad Alexander Platz (dove c'è anche una ruotina panoramica), dietro la stazione della metropolitana di Alexander Platz....

Il sole è ormai calato e decidiamo di andare a visitare il Museo di Storia tedesca, non prima di aver fotografato un palazzo, non abbiamo idea di cosa sia, ma che di notte viene illuminato in maniera bellissima. Nel museo sono raccolti reperti della Germania preistorica, romana, medievale (m'incanto davanti ad una stauta di Carlo Magno) e via fino al XX secolo (m'incanto anche davanti ad ritratto di Carlo V). Purtroppo la sezione moderna la dobbiamo fare un po' di corsa perchè si avvicina l'orario di chiusura del Museo.

A cena sfogliamo la guida per decidere cosa vistare l'indomani (che spero di raccontarvi in tempi più brevi di questa seconda puntata).

La conice delle foto è un free di ShabbyBlog

Prove di scrap



Il LO è un free di Shabby Blog ed è una manna dal cielo per chi, come a me, piace lo scrapbooking, ma è negata.

mercoledì, febbraio 09, 2011

Scambio di sms

Ieri
R: "Che fai stasera?"
E: "Il trailer per..."

Stamattina
E: "Ok al regista è piaciuto anche se vuole alcune modifiche sulle scritte"
R: "Non avevo dubbi che gli sarebbe piaciuto, non poteva essere altrimenti."
E: "Grazie della fiducia accordataci! Comunque dovrei fare il montatore di trailer come Cameron Diaz nel film... quello dove c'è anche Jack Black..."
R: " 'L'Amore Non Va In Vacanza' (The Holiday) con C. Diaz, J. Law, K. Winslet, J. Black, E. Wallach. L'hai visto?"
E: "Sì, quello.... L'ho visto"
R: " Quindi se tu sei la Diaz, io sono Jude Law? Il cui personaggio, Graham, in effetti lavora nell'editoria..."
E: "Inquietante coincidenza..."
R: "Perchè inquietante?"
E: "Perchè le possibilità di combinazioni fra un cineasta e un editore sono inquietantemente poche... Credo!"

In effetti è una buffa coincidenza che Koi ed io lavoriamo (anche se invertiti) negli stessi campi dei due personaggi di uno dei miei film preferiti.
Una sera ho messo su il dvd e me lo sono gustato per bene, quando il film è finito il dvd è tornato al menù e siccome non ho fatto nulla, l'idea era finire la riga che stavo ricamando e poi spegnere tutto, dopo alcuni minuti il film è ricominciato. Non l'ho fatto perchè era tardi, ma me lo sarei guardato da capo, senza il minimo problema, gustandomelo come se non lo vedessi da tempo, e non l'avessi appena rivisto.
Che le possibilità, che un cineasta ed un editore* si trovino siano più o meno alte non ne ho la più pallida idea, però mi piace l'idea.
Mi piace, come mi piace il film: pervaso da una positività di fondo che permane anche nei momenti di sconforto, di quelli che quando li guardi ti senti come se ti fossi messa in poltrona, avvolta in un quilt davanti al camino acceso con una tazza di ciocciolata in mano (anche se sei in un appartamento modernissimo e minimalista, senza quilt e tantomeno il camino), coccolata e tranquilla, e sicura che finirà tutto bene. E a proposito di "The Holiday" il Rose Hill Cottage, la casa dove vive Iris non è meraviglioso? Con i due camini, un sacco di libri, il bagno con le pareti di pietra... shabbyssimo e bellissimo!


*usiamo questo termine per semplificare, unendo un po' quello che faccio e quello che vorrei fare