I Guadiani di Atlantide

mercoledì, giugno 27, 2007

C'è poco da fare

Quando uno è bello è bello!

giovedì, giugno 21, 2007

In questi giorni si sta svolgendo l'Esame di Maturità.
Zen sul suo blog ha postato il link a questo sito e così ho trovato il titolo del tema che ho scelto all'Esame di Maturità.
"Quando un popolo non ha più senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori anche noi, quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia" (C. Pavese).
Venendo da una scuola privata ho sostenuto l'esame al Parini e tra gli studenti che scrivevano il tema nei corridoi del Parini, questo tema è stato scelto da un po' di persone, non so quante.
La professoressa di latino (membro interno della commissione) il giorno degli orali, o forse prima, mi ha detto che però il mio tema tra gli altri è risaltato, non perchè fosse scritto in maniera eccelsa o esponessi teorie rivoluzionarie, per carità non ne ero (e non ne sono) in grado. É risaltato perchè tutti quelli che avevano scelto questo titolo l'avevano svolto in chiave socio-politica parlando della Lega Nord e non so cos'altro. Il mio invece era in chiave letteraria, sarà per la mia totale idiozia (in greco l'idiota è il cittadino privato che non si occupa di politica), ma a me non era passato neanche per l'anticamera del cervello di parlare di politica: ho parlato della differenza tra i poemi omerici e l'Eneide, tra i film western di Sergio Leone e quelli dell'epoca di Balla coi Lupi, di come "Omero" sentiva reali e vivi e vitali Odisseo, Ettore, Achille, Paride, Atena, Zeus, Afrodite, Poseidone, mentre per Virgilio, dalla spiritualità quasi cristiana, questi erano solo nomi, nell'Eneide si sente davvero un minimo di afflato spirituale solo quando nell'Ade viene fatta la profezia sul regno di Augusto. Stesso discorso per i film western quelli in cui la poetica della frontiera era viva e la percepivi anche filtrata dal doppiaggio perchè era ancora vivo il sentire "western", mentre nei film più recenti questi sentimenti erano affettati.
Solo perchè all'epoca non era ancora uscita la NT non ho parlato di Guerre Stellari, ma ci sarebbe stato benissimo.

Ogni anno in periodo di Maturità ripenso alla mia, ma aver ritrovato il titolo del tema ha intensificato il ricordo.
Non so se vorrei tornatre indietro (ricordo che la mia profesoressa di scienze raccontava di avere degli incubi in cui sapeva di essere laureata, ma di dovere sostenere la Maturità, all'epoca ci faceva ridere, ma ora la capisco), ma se dopo l'Esame avessi fatto scelte diverse (anzi, dopo le Medie) penso che, almeno qui in trincea, la mia vita sarebbe più facile.

martedì, giugno 19, 2007

Aggiunta

Al post di ieri.
Ho finito La Chiave di Sarah.
Bellissimo, coinvolgente. Quasi 300 pagine da legge d'un fiato.
Racconta una pagina di storia della 2a Guerra Mondiale che non conoscevo... In effetti non è che sappia granchè delle due Guerre Mondiali. Ho smesso di studiare seriamente storia una volta arrivara al 1815, dal Congresso di Vienna in poi, l'ho sempre studiata un po' a spanne. Comunque racconta due storie parallele: quella di una bambina parigina durante il rastrellamento del Velodrome d'Hiver nel Luglio 1942 e quella di una giornalista che deve scrivere un articolo su quei fatti nel Luglio 2002.

Oggi ho cominciati Il Totem del Lupo di Jiang Rong. Questo si svolge nella Cina comunista degli anni '70, più precisamente in Mongolia dove uno studente di Pechino viene mandato a lavorare.

lunedì, giugno 18, 2007

Chiamata

I libri mi chiamano, l'ho sempre detto io. Non sono io che scelgo,loro, sono loro che scelgono me.
Quando compro un libro di cui non so nulla, di cui non ho mai sentito nominare l'autore/trice, che magari è totalmente estraneo al mio solito genere... bhè difficilmente prendo una cantonata.
Prendiamo gli ultimi due libri che ho letto e uno dei due che sto leggendo ora. Anzi facciamo un passettino più indietro.
Mercoledì l'altro (cioè non quello della settimana finita ieri, ma quello precedente) mi sono trovata con Damina ed insieme siamo andate ad un mercatino per una ONLUS dove Ikki vendeva abiti. C'era anche tutto un angolo del locale dedicato ai libri. Ovviamente mi sono fiondata in quell'angolo ed in cima ad una pigna c'era questo libro che gridava a squarciagola il mio nome. In copertina sullo sfondo della mappa della metropolitana di Madrid (credo) mezzo tonno, anche meno di mezzo; in primo piano la carne rossa con la spina centrale e dietro, legermente sfocata, la parte finale del corpo del pesce fino alla coda.
Il titolo: Sangue
L'autrice: Mercedes Abad (mai sentita nominare, appunto)
Editore: Gran Via (credo)
Poco più in là un altro volume con in copertina una bambina che dorme in uno scompartimento di un treno, un pelouche al suo fianco.
Titolo: La Chiave di Sarah
Autrice: Tatiana De Rosnay (anche questa mai sentita)
Editore: Mondadori
Sangue l'ho iniziato subito e l'ho letto in una settimana o poco più. Oggi ho iniziato La Chiave di Sarah. I conti non vi tornano perchè nel frattempo ho letto Ossario di Katy Reichs.

Dicevo, i libri mi chiamano, c'è poco da fare e di solito capisco il perchè dopo poche pagine.
La protagonista di Sangue ha un pessimo rapporto con la madre eppure, cretina (se lo dice da sola) continua a cercarne l'approvazione, anche se è una battaglia persa in partenza, e pur di ottenerla almeno una volta nella vita giunge all'autodistruzione. Come l'autodistruzione di una figlia possa essere diretta conseguenza dell'approvazione della madre, non ve lo dico, leggetevi il libro che ne vale la pena, inoltre sono appena 218 pagine. In contrasto ha un buon rapporto col padre.Comunque se la protagonista si dà della cretina, anch'io non posso esimermi dall'affibiarmi tale simpatico epiteto, visto che sono nella sua stessa situazione, salvo che trovo improbabile fare la sua stessa fine, in quanto sua madre è diversa dalla mia in un piccolo, ma per nulla insignificante dettaglio: mia madre è cattolica, la sua spondalariana. So che non vi dice nulla, e nulla vi spiegherò io, sempre per non privarvi del piacere di leggere questo romanzo (che sono dispostissima a prestarvi).
Ecco, Sangue mi chiamava per spronarmi ad una riflessione su me stessa. Certo a questo punto sarebbe facilissimo dire "Guarda come è finita lei. Smettila di ostinarti a cercare l'approvazione di tua madre. Tanto non l'otterai mai. " Quest'ultima affermazione è puro Vangelo. Ne sono più che convita già di mio, non serviva che leggessi un libro perchè lo scoprissi.
Sapete invece che farò? Ho fatto 30 (sigh) e farò 31. Non manca molto al giorno faditico (ancora da stabilire) in cui me ne andrò da questa casa portandomi in dote tutti i miei libri e le librerie -i due gatti, come la cara genitrice sostiene ogni volta che solo si sfiora l'argomento; sbagliandosi di grosso, non perchè non voglia bene ai miei gatti, li adoro, solo che non posso costringere il Grand Moff, allergico ai gatti, a convivere con due felini- i costumi ed il materiale per il ricamo. Insomma ho sopportato fin qui, posso sopportare ancora un po'. Poi me ne andrò ed il problema si risolverà da solo o per lo meno sarà meno pressante con 70km tra me e lei.

Per quanto riguarda La Chiave di Sarah, sono arrivata a pagina 37, quindi per ora l'unico elemento che ho per confermare di non essermi sbagliata a comprarlo è che una delle due protagonista ha come suoneria del cellulare, indovinate un po'?, Guerre Stellari. É un segno, decisamente un segno.

Ossario della Reichs, è un triller, di quelli che divori in pochi giorni, ma non per questo di serie B, anzi. É il secondo romanzo di quest'autrice che leggo e come il primo, Carne ed Ossa, non riuscivo a staccarmene.

Tanto per essere sconclusionata come al mio solito: fine del post.

giovedì, giugno 07, 2007

La donna che vorrei essere

Su una rivista ho letto 'sta cosa. una lettrice chiedeva come mai capita di comprare cose (magliette/abiti/borse/scarpe) che poi restano nell'armadio ed invece mettiamo sempre el solite cose. Una psicologa rispondeva che è perchè quando ci vestiamo la mattina forniamo al mondo un'intepretazione tessile di come ci vediamo, e quando compriamo capi che sono distanti dal nostro solito modo di vestire, quie capi indicano la donna che vorremmo essere, mentre quelli che indossiamo indicano la donna come ci vediamo.

La donna che vorrei essere indossa scarpe coi tacchi alti, sandali, gonne corte e colorate, magliette color panna o rosa, vestiti anni '60, o capi di Vivienne Westwood. Altrimenti indossa abiti e accessori gotic.
La donna che sono indossa scarpe basse (ballerine o scarpe da tennis, o bebè, ma tutte rasoterra), pantaloni neri, o jeans, magliette nere.

Ho deciso di dare più spazio alla donna che vorrei essere e di indossare quei capi comprati d'impulso, ma che non mettevo mai. E se non trovo gli abiti che indossa la donna che vorrei essere... bhè me li cucio!