Escamotage: ripiego, espediente, tranello.
Da: http://it.wiktionary.org/wiki/escamotage
Mia mamma è tornata mercoledì sera, era via da venerdì, e le ho raccontato dell'annuncio per il pranzo di Natale in ditta.
Per chiarire le cose ha chiamato Parrucco Seduto, gli ha detto che per festeggiare quel che vogliamo festeggiare, lei ed io vogliamo offrire il pranzo al ristorante Le Specialità. Le risposte di lui sono state:
- a lui non importa dove si va
- mettiamolo ai voti
Sinceramente a me è salita alle labbra una risposta decisamente volgare.
Poi si è illuminata nel mio cervello la considerazione che bisogna essere ben maleducati per dire "mettiamo a voti in che ristorante andare" quando io ti voglio offrire il pranzo.
Ieri mattina, mia mamma va a colloquio con Parrucco Seduto e gli dice che non trova corretto che si metta ai voti il ristorante quando vogliamo pagare noi. E lui se ne esce con:
- è evidente che questo è un escamotage della Chiara che a lei non è mai piaciuto il cibo del Capriccio
- non è giusto sfruttare il pranzo di Natale per festeggiare altre cose
- non possiamo cambiare ristorante perchè è una tradizione
- ognuno è libero di andare dove vuole.
E così, mia mamma che è convinta che se noi andiamo alle Specialità nessuno verrà con noi, per paura di cadere in disgrazia con Parrucco Seduto.
E così facendo ha trasformato la mia dichiarazione di cambiamento di ristorante in uno stupido ed inutile atto vandalico.
E io è da ieri che al posto dello stomaco ho un groviglio di livore, senso di tradimento, odio, frustrazione, mortificazione e fame nervosa che mi fa star male.
E voglio che lui stia male come sto male io.
Ho passato la serata di ieri a pensare un modo per farlo star male, e stamattina ho avuto l'idea.Il 22 distribuiremo i regali di Natale per i figli dei dipendenti dicendo "ognuno è libero di fare quello che vuole, ma noi noi siamo libere di offrirvi il pranzo di Natale in un altro ristorante, per cui Buon Natale e Felice Anno Nuovo, questo è il regalo per tuo figlio" e il 23 al pranzo non ci andiamo.
Questo, però, non farebbe nè caldo nè freddo a Parrucco Seduto, per cui oltre ai regali distribuiremo* anche i cesti natalizi che dovrebbero venir distribuiti con la tombola il 23, e per i premi più grossi facciamo un'estrazione sul momento.
Questo sì che gli romperà le uova nel paniere!
Perchè quello a cui tiene Parrucco Seduto è la sensazione (totalmente falsa) di essere una "grande e felice famiglia" che gli da quest'occasione, mentre i dipendenti vengono per i premi della tombola.
Distribuendo prima i premi gli rovino il giocattolo, così come lui ha rovinato la mia vita negli ultimi 6 anni.
Un parente stretto gondoriano (quella ragazza ha davvero un dono per le parole!!!) dice:"La gente si tratta male ogni giorno, perfino nelle piccole cose. C'è una catena di causa ed effetto fra questo, tirare un oggetto contundente a uno che neanche conosci, andare in guerra. La pace comincia a casa.Lo so che sembro santimoniosa, ma tutti gli appelli del presidente saranno inutili e succederanno cose peggiori, se noi tutti, a cominciare da me stessa, non smettiamo di diffondere odio nella nostra vita quotidiana. Se non puoi dire qualcosa di positivo, non dirlo. Non è ipocrisia, ci sono altri modi di essere sinceri: è sopravvivenza. Ricorriamo alla spiritualità, alla ragione, alla filosofia, alla terapia, quello che vogliamo, ma PIANTIAMOLA."
Ha perfettamente ragione, e io devo chiederle scusa, perchè quando si comincia a parlare della ditta sprigiono odio e livore e cattiveria come un geiser, però devo anche dire che ho raggiunto il limite.Per sei anni me ne sono stata zitta, ho accettato un trattamento mortificante, sono stata ignorata quando parlavo, ogni mia idea è stata cassata, ogni mia iniziativa ignorata finchè la stronza più piccola non la copiava e la faceva sua, ogni mia proposta bocciata in nome di un immobilismo spacciato per tradizione.
E ora non ne posso più! Devo fare qualcosa.
A gennaio probabilmente non torno in questa trincea, ma prima voglio fare qualcosa, fosse anche appendere fuori dall'ingresso un cartello che dica:
"die Änderung macht frei"
(il cambiamento rende liberi)
Sì, il riferimento ad Auschwitz è assoltamente voluto.
Tra le cose che voglio fare c'è anche dire la verità, e ho cominciato da stamattina: uno dei magazzinieri mi ha chiesto se è vero che mia mamma ed io non andremo al pranzo di Natale, e gli ho risposto: "sì è vero. L'Agnoletto dice che ognuno è libero di andare dove vuole, ma noi non siamo libere di offrirvi il pranzo in un ristorante diverso, per cui quest'anno non veniamo al pranzo". Lui poi mi ha detto che è stato detto che tutti sono d'accordo sull'andare al capriccio, ma non è così.
E io, in questo momento, potrei mangiarmi per il nervoso una quantità spropositata di cibo.
*uso il plurale sempre che mia mamma, per questa volta, mi sostenga e sia con me, in modo da non rendere quella che è una presa di posizione, una stupida mia ripicchina.
venerdì, dicembre 18, 2009
lunedì, dicembre 14, 2009
Goduria
Nella "bacheca degli annunci" della ditta sono comparsi due avvisi, uno per i turni durante la "chiusura" nataliazia dal 23/12 al 06/01, l'altro per l'odiato (da me) pranzo natalizio della ditta.
Come al solito c'è scritto qualcosa del tipo:
"pranzo natalizo
23 dicembre 2009
al Capriccio
ritrovo in ditta ore 11"
Lo temevo da giovedì quando il Grande Capo è venuto in incisa perchè gli stampassimo 3 copie di un qualche sfondo natalizio.
Oggi l'ho visto sulla bacheca e, con somma goduria, ho recuperato una penna e ho tracciato 3 o 4 belle righe nere sul nome del ristorante.
E questa volta non è semplicemente un atto vandalico, ma una precisa comunicazione: io SO che quest'anno non andremo al Capriccio. La prenotazione la effettua mia mamma e finalmente anche lei ha dichiarato che è ora che smettiamo di andare al Capriccio.
I miei motivi per non mettere più piede in quel posto sono:
- è caro come il fuoco, senza motivo.
- è dall'altra parte di Milano.
- il servizio è scadente.
- i camerieri sono maleducati.
- se concordi un menù a parte per una persona che non mangia pesce questa persona fa la fame*
- i (tanto decantati come ottimi dalle tizie dell'ufficio) dolci non sono niente di speciale, anzi...
Motivi aggiuntivi per mia mamma
- le suddette tizie nonostante il menù concordato col padrone del ristorante non preveda l'aragosta alla catalana, puntualmente la ordinano.
- l'anno scorso mancava l'olio in tavola ed uno degli operai nostri si è alzato dal tavolo e se l'è preso dalla credenza del ristorante.
Inoltre quest'anno abbiamo qualcosa da festeggiare e quindi, invece di pagare la ditta, il pranzo lo offriremo mia madre ed io, quindi decidiamo NOI dove andare.
E ora aspetto solo che compaia un'altro avviso con scritto che si va al Capriccio per cancellarlo di nuovo, e non appena ritrovo il nome del ristorante dove vogliamo prenotare lo stampo su un foglietto, con anche l'indirizzo e lo incollo sopra la scritta Capriccio
*Fatti realmente accaduti alla sottoscritta per due volte.
A me il pesce cotto non piace, mi piace crudo condito solo col sale, e la salsa di soia se c'è, ma mi rendo conto di non poter pretendere un tale grado di civiltà da un ristorante come il Capriccio, dove usano solo l'olio (bleargh) extravergine e sembra impossibile avere al tavolo del pesce crudo scondito.
Insomma, concordiamo per me un menù che preveda un antipasto di affettati ed una fiorentina.
Mi arriva un misero piattino con 5, dicesi 5, fettine di crudo prima degli antipasti di tutti gli altri (molluschi gratinati, polipo bollito con le patate, cruditè varie). Arrivano, agli altri, due primi, poi il cameriere viene a chiedere chi mangia uno dei due secondi concordati e chi mangia l'altro, le tizie ordinano la loro aragosta. E io aspetto. Quando hanno servito tutti i secondi a me arriva una suola di scarpe troppo cotta, sottile come carta velina e dura come il cuoio. Questo nel 2006.
Nel 2008 la scena si ripete più o meno identica tranne che alle 15.30 non essendo ancora arrivata la mia fiorentina e stanno servendo gli altri secondi, allora chiamiamo la proprietaria e le diciamo di non fare la mia carne che non avevo più fame, e lei ci risponde che l'hanno già messa sul fuoco. Mezz'ora dopo mi è arrivata la bistecca, il che vuol dire che l'hanno messa sul fuoco quando le ho detto di non cuocerla. E non era neanche buona. A quel punto anche mia mamma era seccata.
Come al solito c'è scritto qualcosa del tipo:
"pranzo natalizo
23 dicembre 2009
al Capriccio
ritrovo in ditta ore 11"
Lo temevo da giovedì quando il Grande Capo è venuto in incisa perchè gli stampassimo 3 copie di un qualche sfondo natalizio.
Oggi l'ho visto sulla bacheca e, con somma goduria, ho recuperato una penna e ho tracciato 3 o 4 belle righe nere sul nome del ristorante.
E questa volta non è semplicemente un atto vandalico, ma una precisa comunicazione: io SO che quest'anno non andremo al Capriccio. La prenotazione la effettua mia mamma e finalmente anche lei ha dichiarato che è ora che smettiamo di andare al Capriccio.
I miei motivi per non mettere più piede in quel posto sono:
- è caro come il fuoco, senza motivo.
- è dall'altra parte di Milano.
- il servizio è scadente.
- i camerieri sono maleducati.
- se concordi un menù a parte per una persona che non mangia pesce questa persona fa la fame*
- i (tanto decantati come ottimi dalle tizie dell'ufficio) dolci non sono niente di speciale, anzi...
Motivi aggiuntivi per mia mamma
- le suddette tizie nonostante il menù concordato col padrone del ristorante non preveda l'aragosta alla catalana, puntualmente la ordinano.
- l'anno scorso mancava l'olio in tavola ed uno degli operai nostri si è alzato dal tavolo e se l'è preso dalla credenza del ristorante.
Inoltre quest'anno abbiamo qualcosa da festeggiare e quindi, invece di pagare la ditta, il pranzo lo offriremo mia madre ed io, quindi decidiamo NOI dove andare.
E ora aspetto solo che compaia un'altro avviso con scritto che si va al Capriccio per cancellarlo di nuovo, e non appena ritrovo il nome del ristorante dove vogliamo prenotare lo stampo su un foglietto, con anche l'indirizzo e lo incollo sopra la scritta Capriccio
*Fatti realmente accaduti alla sottoscritta per due volte.
A me il pesce cotto non piace, mi piace crudo condito solo col sale, e la salsa di soia se c'è, ma mi rendo conto di non poter pretendere un tale grado di civiltà da un ristorante come il Capriccio, dove usano solo l'olio (bleargh) extravergine e sembra impossibile avere al tavolo del pesce crudo scondito.
Insomma, concordiamo per me un menù che preveda un antipasto di affettati ed una fiorentina.
Mi arriva un misero piattino con 5, dicesi 5, fettine di crudo prima degli antipasti di tutti gli altri (molluschi gratinati, polipo bollito con le patate, cruditè varie). Arrivano, agli altri, due primi, poi il cameriere viene a chiedere chi mangia uno dei due secondi concordati e chi mangia l'altro, le tizie ordinano la loro aragosta. E io aspetto. Quando hanno servito tutti i secondi a me arriva una suola di scarpe troppo cotta, sottile come carta velina e dura come il cuoio. Questo nel 2006.
Nel 2008 la scena si ripete più o meno identica tranne che alle 15.30 non essendo ancora arrivata la mia fiorentina e stanno servendo gli altri secondi, allora chiamiamo la proprietaria e le diciamo di non fare la mia carne che non avevo più fame, e lei ci risponde che l'hanno già messa sul fuoco. Mezz'ora dopo mi è arrivata la bistecca, il che vuol dire che l'hanno messa sul fuoco quando le ho detto di non cuocerla. E non era neanche buona. A quel punto anche mia mamma era seccata.
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