Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
* * *
Viviamo, mia Lesbia e amiamo
e i brontolii degli anziani più severi
tutti valutiamoli un soldo
I giorni possono cadere e risorgere
per noi mentre cade questa breve luce
una sola è la notte eterna per dormire.
Dammi mille baci, e poi cento
e altri mille e ancora cento
e poi ancora altri mille, e poi cento
Poi avendocene dati molte migliaia
mescoliamoli, e non sappiamoli
cosicchè nessun Male ci possa invidiare
sapendo quanti siano i baci
* * * *
Ok, la traduzione è un po' spannometrica (sono anni che non traduco dal latino, abbiate pietà) e ok, Catullo sarà, secondo alcuni, scontato. Come scontato sarà il fatto che io, donna, ami i suoi carmi. Sarà scontato quanto volete, ma a me piace, mi è sempre piaciuto, anche prima di capirlo davvero, anche prima di poterlo capire in latino. E questa sera l'ultima parte di questo carme si è presentata alla mia mente da sola, per mettere in parole (migliori di quelle che io potrei mai usare) quanto il mio cuore desideri. Anche se non raggiungerà il destinatario, ma non importa perchè l'importante è fissare questo momento sulla "carta", fissare il desiderio e tenerlo e coccolarlo nel mio cuore finchè non si potrà realizzare.
Certo, per tenere nella mente e nel cuore questo momento non era necessario metterlo sul blog, ma hai visto mai che il destinatario di questo desiderio passi di qui e legga...